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A un decennio di distanza i nuovi segni sono molto simili nella forma a quelli di allora, mi auguro che ci sia in più l’esperienza maturata, la libertà la gioia e la forza di incidere che allora non possedevo.
“ZODIAKOS”
Infinitesime particole
come antiche colonne d'Ercole
sbocciano in fiori di cardo
nella prateria dei sogni
quei segni universali
che in sembianze di stelle
tracciano il cerchio della vita.
Zodiakos che nasci dal costato del sole
a graficarci come il nulla
è simbionte del vuoto
nel colmare l'infinito
che insemina terra e cielo
d'alito ardente degli uomini.
Esuli nel recinto che ruota,
nel labirinto che ci dipana il tempo
e schiude chimere alla luna,
madre copiosa
di luci e stagioni
che spiano
come segugi di selva
giorni e notti,
aurore e crepuscoli.
Ognuno dipinge comete
violate dall'ingegno,
nell'arcobaleno d'orizzonti bisestili,
sperduti in un mare di mille oceani d'ideali,
al canto dei passeri solitari
che scolpiscono l'aria al fruscio dell'alba.
E siamo tutti Universo allo specchio:
porzioni di respiro e ansie,
fucine d'amore e passioni
e miniere d'abisso urlante
che sublimano l'eredità di Noi:
colore del sole
luce del buio
calore dell'anima
tristezza della pioggia
viltà del tradimento
voce del silenzio
solitudine della morte
libertà dell'arte
sorriso di speranza
sangue di poesia
canto d'amicizia
follia d'amore.
Sono gli angeli della persistenza
a raccontarci il destino di voi:
ariete, cancro, bilancia e capricorno.
Sono le farfalle di primavera
a segnalarci che esitete:
toro, leone, scorpione e acquario.
Sono le gocce di rugiada
a traspirarci sagome di:
gemelli, vergine, sagittario e pesci.
E così la metamorfosi degli equinozi
é compiuta: Aria, Fuoco, Terra e Acqua.
Sintesi d'energia celeste
a colmarci esistenza e futuro
impastati d'identità del passato,
gioco ancestrale
che della memoria ne compie il ciclo
e ne utopisce la vita .
Enzo Rapisarda – Buenos Aires, Settembre 2006